
Il ballo in LIS di una IV elementare per includere la compagna sorda
La presenza di una bambina sorda nella IV A della scuola elementare, ha creato l’occasione per far sì che compagni e corpo docente imparassero la lingua dei segni per comunicare senza barriere. E così è nato “Giochiamo con la LIS”, un progetto che da tre anni a questa parte è diretto e coordinato dall’insegnante Ilaria Rosa Russo.
L’apprendimento della lingua dei segni, seppur non esente da difficoltà, ha rappresentato e continua a rappresentare una grande opportunità di crescita sia per i bambini che per gli adulti. Non solo, ma è anche un progetto di condivisione che coinvolge tutti in un’atmosfera divertente, ludica e inclusiva. Un esempio? A ogni bambino, seguendo la pratica di identificazione tipica della LIS, è stato associato un soprannome corrispondente a un segno, facendo nascere i nomignoli più bizzarri e fantasiosi che i bambini hanno vissuto come un gioco.
Da queste premesse ha preso vita il video realizzato per l’Open Day della scuola, nel quale 21 bambini ballano e “cantano” in lingua dei segni sulle note della canzone di Laura Pausini “Un amico è così”. La canzone è stata scelta perché affronta il tema dell’amicizia, un tema che in questo periodo di forti restrizioni ci è molto caro. La pandemia che stiamo vivendo ci impone il distanziamento sociale e ci preclude la possibilità di avere contatti fisici, minando spesso le relazioni interpersonali e disabituandoci alle dimostrazioni d’affetto.
Con questo video, nonostante il rispetto della dovuta distanza, i bambini hanno comunque potuto esprimere il valore dell’amicizia attraverso i segni e diffondere un messaggio importante: la piena inclusione e la medesima importanza di tutti i componenti di una classe come metafora dell’intera società.
Attraverso i movimenti del corpo, le espressioni del volto e la gestualità delle mani, la LIS permette la comunicazione tra persone sorde e tra sordi e udenti. Una lingua vera e propria che non lascia spazio a discriminazioni di alcun genere perché, essendo una lingua visiva, è diretta e di immediata comprensione. Una lingua che in questo caso specifico ha reso omaggio ai concetti di integrazione, inclusione sociale e uguaglianza.
Guarda qui il video.