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“La sordità ai tempi del Covid non è una passeggiata” parola di Lucia Brasini

La protagonista della storia che raccontiamo oggi è Lucia Brasini, ragazza di 33 anni di Cesenate, nata con una sordità bilaterale neurosensoriale. Lucia racconta in un’intervista a “Emilia Romagna Mamma” come le persone sorde stiano vivendo dei cambiamenti comunicativi a causa delle mascherine senza finestra durante il periodo del Covid. È una situazione seria e lo dimostra anche la campagna di sensibilizzazione FIADDA, lanciata in questo periodo, di cui Lucia fa parte ed è vicepresidente nazionale.
Lucia come lavoro fa l’architetto libero professionista e si occupa, nello specifico, di accessibilità e ci spiega le difficoltà che incontra:
Siamo passati da una comunicazione interpersonale in cui ci si guarda a una comunicazione mediata da schermi e mascherine.
Ma le cose non si rivelano uguali per tutti. Per esempio, Lucia ci spiega che davanti ad un computer le manca il supporto che normalmente riceve prestando attenzione al linguaggio del corpo del suo interlocutore che, in situazioni di normalità, la aiuta a compensare ciò che le manca a livello uditivo.
In linea generale, per la grande maggioranza degli alunni sordi la didattica a distanza si è rivelata drammatica. Per fortuna Lucia ha raccolto una voce fuori dal coro, ed è quella di un alunno che si è sentito avvantaggiato per il fatto di non avere attorno tutta la confusione che c’è in classe generalmente.
Per quanto riguarda le mascherine chirurgiche, Lucia le definisce “una rovina”. Basta una mascherina chirurgica per abbassare di 20 decibel il volume del parlato, ma non solo, impediscono anche di poter leggere il labile, cosa che per le persone sorde è fondamentale, specie quando non si conosce l’interlocutore.
Nel caso di Lucia, i suoi due impianti cocleari (uno portato da tredici anni e l’altro da tre) non bastano a compensare gli ostacoli. Gl impianti cocleari e le protesi non sono sufficienti davanti a queste limitazioni, serve per forza avere l’aiuto di una persona che faccia da ponte, abbassando la mascherina, o di un interprete che sappia usare la Lingua dei Segni.
Infine, conclude Lucia, le persone sorde non hanno agevolazioni in questo nuovo contesto e, in vista Settembre, le cose si fanno serie e preoccupanti, perché anche se i bambini sordi potranno essere aiutati in parte dagli insegnanti di sostegno, perderanno, se le mascherine saranno obbligatorie, tutta la parte della relazione con la classe, che significherebbe per loro un nuovo isolamento.
Fonte: Emilia Romagna Mamma
Grazie del contributo , e’una situazione complicata per la sordità durante il Covid . Le associazioni si potrebbero fare promotrici di chiedere ai gestori delle piattaforme di comunicazione didattica (zoom ecc.) per studenti per Università per il mondo del lavoro , per webinar , riunioni, videocall ( Microsoft teams, GoToWebinar, Google Meet ecc.) ti attivare la traduzione simultanea con i sottotitoli in presenza di un utente sordo. A livello mondiale
Grazie mille, di quanto hai scritto. Le persone normoudenti non si rendono minimamente conto delle difficoltà. In classe di mia figlia in quinta elementare al fine di poter tenere chiuse le finestre sempre chiuse, alcune mamme hanno proposto che le maestre indossino sempre le FP2 durante le lezioni (al fine di favorire i bambini quando alla cattedra non indossano nulla).Ho controbattuto che in questo modo i bambini non solo avrebbero perso una componente importante della comunicazione, le espressioni facciali, ma che le mascherine avrebbero potuto causare difficoltà nell’ascolto in qualche bambino normoudente, ma con qualche fragilità uditiva in corrispondenza dei toni della voce. Le stesse mamme hanno risposto dicendo che la mia osservazione non era importante, i bambini se la sarebbero cavata lo stesso!!! Credo che il ruolo delle associazioni sia fondamentale in questo momento per sensibilizzare sui problemi dell’udito e nel richiedere mascherine trasparenti in ogni luogo pubblico.
Grazie