Dieci ragioni per cui portare le protesi acustiche NON è come portare un paio di occhiali

da Gen 3, 2022Integrazione

Si potrebbe erroneamente pensare che indossare una protesi acustica non si discosti così tanto dall’indossare un paio di occhiali: “Che ci vuole? Una volta che le metti su il gioco è fatto, ecco che ci senti di nuovo!” Beh, non è proprio così… Tanto per cominciare facciamo una precisazione. I modelli di P.A. (Protesi Acustiche) attualmente in commercio funzionano pressappoco così: i suoni vengono captati da uno o più microfoni, il segnale audio viene prima amplificato e poi “ripulito” (grazie a un amplificatore e a un microprocessore), dopodiché viene inviato attraverso il condotto uditivo. Una protesi acustica è costituita generalmente da sei parti, un microfono, una bobina telefonica, una batteria, un amplificatore, un regolatore di volume e un ricevitore. Già da qui si capisce quanto sia più complicata di un paio di occhiali, ma andiamo con ordine.

1. Le protesi acustiche non ripristinano l’udito “normale”.

I suoni saranno sì più forti, ma non sempre chiari, rendendo talvolta difficile la comprensione del discorso. A volte senti anche quei suoni fastidiosi che non vorresti sentire, come il ronzio del frigorifero e altri rumori di fondo che rendono difficile discriminare correttamente i suoni.

2. La prima volta che indossi gli occhiali è semplice, ci vedi!

Con le protesi non è così: è necessario infatti passare attraverso un processo rieducativo in cui sia l’orecchio che il cervello devono riabituarsi alla percezione di suoni che non venivano (più) uditi, e sono necessari alcuni mesi prima che tale processo possa considerarsi terminato; le protesi inoltre sono dei corpi estranei che hanno un impatto maggiore sulla psicologia della persona, hai bisogno di più tempo per accettarle e metabolizzarle, e l’idea di modificare il nostro aspetto o la percezione che ne hanno gli altri può creare dolore e ansia.

3. Le P.A. non sono viste come accessori di moda.

Alcuni apparecchi acustici ora sono disponibili in vari colori e sono sempre più piccoli, con nuovi design e fantasie alla moda, che certamente aiutano gli utenti a indossarli con sicurezza e facilità. Ma nella scelta non ci si può basare esclusivamente sui fattori estetici, perché quello che conta davvero è ottenere una buona compensazione del deficit uditivo tale da rispettare e accompagnarci nel nostro stile di vita, nelle attività sociali e negli ambienti che frequentiamo. Ma se pensiamo a quali studi ci son dietro questi microscopici dispositivi, quanta fatica c’è nella fase di adattamento, quanto lavoro è in grado di fare il cervello per adeguare e accettare queste protesi, ci renderemo conto che esse sono dei veri e propri “gioielli tecnologici” nell’orecchio.

4. Le P.A. spesso rimangono avvolte nello stigma e nella vergogna, a differenza degli occhiali che ti fanno sembrare “intelligente”.

È vero che le protesi suppliscono a un deficit sensoriale, ma per molti l’idea di indossare qualcosa per “correggere” ciò che viene considerato un difetto o quello che molti associano ad un handicap non aiuta: può sembrare che mettere un dispositivo medico come l’apparecchio acustico renda ancora più visibile il problema, ma è bene consideralo invece come un piccolo “assistente personale” che aiuta nelle situazioni difficili e che, proprio per questo, infonde maggiore sicurezza facendo così ritrovare nuova stima in se stessi.

5. Il prezzo delle protesi acustiche non è per tutte le tasche.

E’ vero, adesso è possibile comprarle anche in farmacia a basso costo come si fa con gli occhiali – anche se c’è da dire che a volte quelle che trovi non sono delle vere P.A. (Protesi Acustiche) ma degli amplificatori del suono – o tramite famosi siti come Amazon ed è addirittura possibile reperirle usate! Ma no, con le protesi non si scherza, serve un bravo audiometrista che se ne occupi, dato che sono fatte su misura.

6. Hanno bisogno delle batterie per funzionare.

La durata della batterie dipende da molti fattori. I fattori che influiscono sono: esposizione continuativa al rumore, collegamento wireless/bluetooth, funzioni aggiuntive, regolazione del volume frequente… E se le pile si scaricano? Mai restare senza, meglio farne scorta!

7. Possono aumentare la sensibilità ai suoni forti.

L’audioprotesista adatta gli apparecchi in base alle specifiche esigenze di ciascuno, dedicando particolare attenzione a quei livelli e a quei range sonori che non si sentono più bene. Grazie agli apparecchi acustici si percepiscono con maggiore intensità questi suoni, mentre i rumori di fondo sono attutiti. Inoltre adattano i segnali acustici amplificati, ad esempio le voci o la musica, allo specifico contesto.

8. Fischiano in momenti inopportuni.

Per esempio se fanno interferenza con rumori acuti. Non è infrequente, al giorno d’oggi, che i dispositivi di connessione delle protesi acustiche ad altri apparecchi (per esempio la televisione) creino problemi di sincronizzazione fra ciò che si vede e ciò che si sente. Tali problemi sono destinati a scomparire.

9. Non possono bagnarsi.

Le protesi acustiche sono strumenti elettronici e come tali mal sopportano l’umidità; è consigliabile quindi evitare di portarle in determinate situazioni (doccia, piscina, al mare ecc.). Sono inoltre sconsigliati gli urti di una certa intensità come quelli che possono verificarsi durante la pratica di determinate attività sportive (rugby, sport di combattimento in genere ecc.). Inoltre è consigliabile evitare il contatto delle protesi con sostanze che potrebbero corroderne i componenti elettronici (profumi, dopobarba etc.): caldo, acqua, sudore, sabbia e cambi di temperatura sono un problema serio quando si parla dei vostri apparecchi acustici. Un esempio di protezione degli apparecchi acustici è un processo chiamato “Nano Rivestimento”, un’idea di derivazione militare riutilizzata nell’elettronica di consumo, in grado di fornire protezione da umidità e altri elementi dannosi per le protesi: mille volte più sottile di un capello umano, il nano rivestimento risulta anche invisibile.

10. E’ facile smarrirle e possono a volte essere scambiate per uno spuntino dal cane data la loro dimensione.

Alcune case offrono la possibilità di un’assicurazione. I sinistri garantiti dall’assicurazione sono: furto, smarrimento, danno e guasto, sono inclusi tutti i pezzi delle protesi acustiche con l’eccezione di eventuali accessori e materiali di consumo. L’assicurazione si somma evidentemente alla garanzia legale contro malfunzionamenti, difetti o vizi occulti.

In questa analisi semi-seria abbiamo cercato di offrirvi uno sguardo sulle realtà delle protesi acustiche, amate e odiate, ma spesso indispensabili.

“Per me rappresentano i polmoni… con loro respiro. Mi danno la sensazione di sentirmi meno diversa dagli udenti”, dice Francesca

“Porto sia gli occhiali che le protesi. Con i primi ci vedo meglio, ma con le protesi ho imparato a sentire il mondo intorno a me, a riconoscere la voce delle persone a me care e a identificare rumori e pericoli. Con loro mi sento libero” Leonardo.

Molto più di un paio d’occhiali, vero? E voi, cosa ne pensate? Qual è o qual è stata la vostra esperienza con le protesi acustiche?