Il progetto di Mauro Mottinelli per dare assistenza al malato oncologico sordo
Traduzione a cura di Simona di Leo Boato – Psicologa, Psicoterapeuta e Interprete LIS
Racconta chi sei, presentati.
Sono psicologo psicoterapeuta e psicopatologo forense. Lavoro presso il tribunale di Brescia come Consulente Tecnico d’Ufficio in ambito penale per le indagini peritali di imputati sordi e udenti.
Quando e come hai iniziato a fare questo lavoro?
Ho cominciato a lavorare come psicologo nel 2004, nel mio studio privato a Roma, pochi mesi dopo il conseguimento dell’abilitazione.
Ho cominciato da giovanissimo a lavorare con pazienti con patologie rare, disturbi di grave entità e patologie oncologiche. Allora non era richiesta una particolare specializzazione in psiconcologia che, invece, costituisce oggi prerequisito professionale di accesso ai reparti oncologici. La mia formazione si è costruita, dunque, in anni di studio ed esperienza sul campo con un’ampia e diversificata casistica di pazienti che ha trasformato quella che all’inizio è stata una occasione fortuita in una grande passione.
Come è nato il progetto a sostegno dei pazienti sordi nei reparti di oncologia?
Il progetto di supporto psicologico ai pazienti oncologici è nato grazie ad alcune riflessioni del mio ultimo paziente, oggi purtroppo non più in vita, che ha espresso la necessità di costituire un’equipe di professionisti che supportassero i pazienti sordi oncologici risolvendo l’enorme problema del disagio comunicativo, anche nel caso di interventi mediati dalla figura dell’interprete.
Ho compreso e accolto questa legittima richiesta di aiuto e così, da questo confronto, è nata una prima campagna di raccolta fondi che ha raggiunto ad oggi l’obiettivo di 7000 euro di donazioni raccolte. Il nostro obiettivo è l’allestimento di un budget di 150.000 euro per la creazione di un centro specializzato con caratteristiche di funzionamento che andranno man mano definendosi.
In cosa consiste il progetto?
Il nostro primo obiettivo è la formazione di professionisti psicologi in grado di lavorare efficacemente con pazienti oncologici sordi. Per lavorare con le persone sorde è necessario costruire uno specifico e consistente bagaglio di conoscenze. A tal fine dovrà dunque essere prevista una formazione specifica per tutti i professionisti che partecipano alla rete di presa in carico del paziente sordo oncologico, siano essi medici, infermieri o interpreti.
Quali sono gli obiettivi che vorresti raggiungere?
La nostra priorità, verranno definiti in seguito altri obiettivi più specifici, è fornire una risposta tempestiva ai bisogni dei pazienti oncologici sordi che necessitano di supporto psicologico.
Esistono ad oggi molti professionisti psicologi specializzati che operano nei reparti oncologici ma non esiste un servizio adatto ai bisogni dei pazienti sordi. L’affiancamento di un interprete allo psicologo in questo ambito non funziona, è necessario che gli psicologi possano comunicare direttamente con i pazienti sordi in lingua dei segni ed è in questa direzione che vogliamo orientare la nostra finalità progettuale.
Attualmente la nostra equipe, già operativa in questo settore, ha la necessità di accogliere nuovi colleghi formati per poter rispondere adeguatamente ai bisogni esistenti in questo specifico ambito di cura.
Quali sono gli ostacoli o le difficoltà che hai incontrato nella realizzazione di questo progetto?
Le criticità da risolvere in questo momento riguardano aspetti quali l’incremento della visibilità e una pianificazione mirata per l’utilizzo del finanziamento che prevede una mappatura degli ospedali e dei reparti adatti ad accogliere e integrare il progetto all’interno di una struttura che prevede già, in alcuni casi, l’impiego di personale qualificato per il supporto psicologico. I colleghi, che già svolgono un lavoro eccellente e che rispetto molto per questo, non hanno tuttavia, bisogna essere trasparenti su questo punto, la competenza necessaria per comunicare direttamente con i pazienti sordi.
Quali sono i benefici per la comunità sorda?
In occasione della Giornata Nazionale del Malato Oncologico, possiamo mostrare alla comunità delle persone sorde che esiste la possibilità di una psiconcologia in lingua dei segni. Moltissimi pazienti oncologici che ho avuto l’occasione di incontrare nella mia vita non sapevano nemmeno dell’esistenza di uno specifico ruolo professionale per il supporto psicologico in questo specifico ambito.
La carenza di informazione e visibilità su questo aspetto mi ha incentivato a promuovere il supporto psicologico in lingua dei segni in ambito oncologico, molti pazienti hanno cominciato a contattarmi per richiedere supporto, spesso offerto in videochiamata e non in presenza in reparto, per motivi di distanza geografica.
Fornire dunque visibilità al progetto è un’azione che già garantisce alla comunità delle persone sorde un prezioso beneficio.
C’è qualcuno che vorresti ringraziare per averti sostenuto nella realizzazione del progetto?
Ringrazio di cuore le tantissime persone che hanno supportato il progetto, ringrazio in particolare IntendiMe che ha creduto nel progetto e lo ha sostenuto con la sua donazione e mi auguro di cuore che questa azione di raccolta fondi finalizzata alla realizzazione del progetto prosegua proficuamente.