Intervista a Mirko Torresani: grafico e fotografo

da Giu 15, 2020Storie

Mirko Torresani è di Milano e si occupa di grafica da quasi 20 anni. Da sempre alla ricerca del modo migliore per esprimere la sua creatività, fin da adolescente si è appassionato alla fotografia che pratica a livelli quasi professionali.

Quando ti è stata diagnosticata la sordità?

Sono nato sordo profondo e porto le protesi acustiche. La mia sordità molto probabilmente deriva da parte di mio padre perché è un portatore della connessina 26. Dopo la mia nascita i medici mi avevano fatto il test e da lì hanno capito che sono sordo profondo. I medici avevano comunicato ai miei e anche ai mie nonni e tutto il resto dei parenti. Mia madre era molto dispiaciuta. Però il mio carissimo nonno materno diceva a mia madre “Lavinia, non ti preoccupare la sordità di Mirko, è un uomo che potrà aiutarti in futuro e diventerà molto grande e importante. E farà molte cose belle, te lo assicuro io”.

Conosciamo meglio Mirko Torresani

Quali rimedi e percorsi hanno scelto i tuoi genitori per te? Tornando indietro, pensi che abbiano fatto la scelta giusta per te o la cambieresti?

Eh direi abbastanza complicato. Mia madre dopo aver saputo la mia sordità aveva deciso di farmi diventare oralista, con l’aiuto di mia nonna materna. Mia nonna aveva lasciato la professione sarta per dedicarsi a me, perché non voleva che io parlassi male oppure avessi una serie di difficoltà. Purtroppo mio padre era contrario perché voleva che io imparassi la LIS, ma stavolta mia madre ha preso una decisione più forte rispetto di mio padre. A dire la verità devo ringraziare molto mia madre e anche mia nonna di avermi messo nella strada giusta per riuscire a farmi parlare abbastanza bene.

 

mirko-torresani-pic

Oralista o segnante?

Sono cresciuto oralista fino ai 18 anni seguendo dalla logopedista Marina dell’ospedale Vittore Buzzi di Milano in più in casa con mia nonna che si era debuttata al massimo per aiutarmi tra la scuola in collaborazione con la maestra di sostegno e il mio caro professore italiano. Dal diciottesimo anno in poi ho deciso volontariamente di imparare la LIS perché i miei genitori sono entrambi sordi segnanti. Oggi quindi posso dire di essere bilingue.

Come è stata la tua infanzia?

La mia infanzia è stata veramente difficile tra scuola e famiglia. Il periodo della scuola per me è stato particolarmente doloroso, specialmente quello che va dalle medie alle superiori. Ho avuto la sfortuna di avere degli insegnanti poco comprensivi e per niente empatici che non mi hanno aiutato né facilitato nell’integrazione col resto della classe… e anche i compagni, come potrete immaginare, hanno fatto purtroppo la loro parte.
A 15 anni poi ho vissuto il trauma della separazione dei miei genitori che, di sicuro, non mi ha facilitato. Insomma, non ricordo con positività il periodo della scuola ma, nonostante le sofferenze provate, posso dire di essere stato fortunato perché ho avuto delle persone vicine che non mi hanno mai abbandonato e mi hanno stimolato a reagire. Così, complice anche il mio carattere forte e caparbio, alla fine non mi sono lasciato abbattere e ho superato anche quel brutto periodo della mia vita.

Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato? E quali sono le maggiori difficoltà che incontri oggi?

In passato e ancora oggi la difficoltà più grande che ho incontrato è incontrare persone comprensive e che siano pazienti con me. In genere questo non accade e questo mi crea molta frustrazione.

Che studi hai fatto?

Ho conseguito l’attestato professionale di grafica. Avrei voluto proseguire gli studi come perito grafico ma non ne ho avuto la possibilità, quindi ho continuato a specializzarmi frequentando altri corsi nel settore informatico e in quello della fotografia che, come dicevo, è da sempre la mia passione.

Quando e perché hai iniziato a fare il tuo attuale lavoro?

Per 20 anni della mia vita ho lavorato in ambiti diversi da quello attuale. Per circa 20 anni ho fatto le più svariate esperienze lavorative, ma ho sempre cercato qualcosa che mi consentisse di esprimere la mia creatività nell’ambito della grafica. Finalmente nel 2003 ci sono riuscito e da allora lavoro per un’azienda nel settore digitale, per la quale mi occupo appunto di grafica.

Ti sei mai sentito discriminato nell’ambiente lavorativo?

È una bella domanda! Il mio obiettivo principale è sempre stato quello di crescere professionalmente e avere le stesse possibilità di tutti gli altri, ma devo dire che non è stato semplice e che fino ad ora non ho incontrato grandi occasioni di crescita.

C’è qualcosa che vorresti dire ai ragazzi sordi che vorrebbero intraprendere una carriera nel tuo campo?

Ci sono altri due sordi nel mio ambiente lavorativo, ma purtroppo solo uno di questi è riuscito ad avere una vera e propria carriera. Non ho quindi grossi consigli da dispensare, anzi probabilmente sono io il primo ad avere bisogno di qualche consiglio per capire come crescere! Però c’è una cosa che so, ed è che moltissimi sordi sono discriminati o messi in un angolo nell’ambito lavorativo e questo è un fatto molto grave. Bisogna fare qualcosa per impedire che ciò accada e dare più diritti a tutti le persone con una disabilità, per consentire loro di crescere nel proprio campo lavorativo!

Qual è la tua più grande passione?

Come accennavo, la mia grande passione è la fotografia. È una passione che coltivo da quando avevo 14 anni e, da allora, ho fatto diverse esperienze in questo campo: dalla pellicola al digitale. Oggi mi posso definire un fotografo di livello quasi professionale. Ho partecipato alcune mostre fotografiche collettive e, per la prima volta nel 2018, ho esposto una mia mostra fotografica dal titolo “Vita e Pasqua ortodossa nel Maramures”.
Ho anche partecipato a vari concorsi fotografici e, per la seconda volta, sto tentando di partecipare al Festival della fotografia, sperando questa volta di riuscire a vincere.

Le foto non le faccio per divertimento ma per una vera passione che mi nutre l’anima e i sentimenti.

Quali sono le esperienze più importanti che hai avuto nel mondo della fotografia?

Sicuramente un viaggio fotografico durante il quale sono partito insieme ad altre persone che non conoscevo, tutte udenti, ma come me appassionate di fotografia. Ho fatte ben 4 reportage fuori dall’Italia tra la Romania e la Georgia. Sono state delle belle esperienze, davvero molto emozionanti perché mi hanno consentito di mettermi in gioco e vincere le mie paure, hanno accresciuto la mia autostima e mi hanno insegnato a organizzare tutto con calma. Ogni tanto collaboro anche con dei fotografi professionisti ed è una cosa che mi piace molto fare: ho saputo che due o tre fotografi conosciuti mi tengono già d’occhio… speriamo bene! Mi piacerebbe davvero tantissimo lavorare nel mondo della fotografia: è il mio sogno da sempre.

Fai qualcosa in particolare a favore delle persone sorde? 

Sì, nel 2015, ho fondato io un semplice gruppo chiamato “Amici Sordi & Udenti” che si trova solo nel social di Facebook e dopo ho aperto il sito ufficiale trasformandolo in un blog. Il mio obiettivo è unire tutte le persone sorde (oralisti, impiantati cocleari e segnanti) e gli udenti, per favorire l’integrazione e superare il nostro handicap “invisibile”. L’unione fa la forza!
Dopo la fondazione dell’ASU, ho scelto Lorenzo Baldinelli come segretario e braccio destro. È una persona di cui ho davvero tanta! Siccome il gruppo ha continuato a crescere, ho voluto nominare un’altra nuova collaboratrice: Laura Santoro. Lei si occupa delle collaborazioni. Dal 26 Settembre 2019, ho nominata un’altra nuova collaboratrice, Chiara Foschi, che mi ha colpito grazie dalla sua tesi di laurea in Scienze Politiche sulla sordità e che si occupa delle politiche e dei problemi della sordità.

Abbiamo saputo che stai scrivendo un libro: è vero? Raccontaci qualcosa!

Sì, vorrei scrivere la mia biografia… ci sto pensando! Avrei però bisogno di una mano per scriverlo.

Sappiamo che sei anche un maratoneta: raccontaci come hai cominciato, quali maratone hai corso e com’è essere un maratoneta sordo.

Beh… Ho iniziato a correre nel 2010, dopo 2 anni mi sono iscritto a una società podistica (Road Runners Club Milano) e da lì ho sempre corso alle gare podistiche tra le campestre, le strade, le montagne e infine ho corso 6 maratone. Il mio obiettivo è arrivare fino alla decima maratona. Il mio tempo migliore è quello di Pisa, che ho chiuso bene a 3 ore e 28 minuti. Il mio sogno di correre a NYC Marathon perché è una delle maratone più importanti e storiche del mondo!

FIGLI: hai mai pensato all’ipotesi di avere dei figli sordi o udenti?

Per me è equivalente, se nascesse un sordo ci dovremmo impegnare molto per farlo crescere e mettere nella strada giusta, in base a quella che è la mia esperienza. Direi che la cosa più importante è trasmettergli l’amore e il coraggio. Se invece nascesse un udente, sarebbe probabilmente più semplice ma per me la cosa più importante è che sia sano.

Un consiglio/complimento/rimprovero da te, per te

Sinceramente non ho niente da complimentarmi e nemmeno un rimprovero. Direi che sono gli altri che ne devono giudicare me, secondo me è la cosa più corretta. Basta essere in buona fede, avere fiducia in sé stessi e un po’ di autostima.
Certo, commettere errori è umano ma l’importante è accorgersene e reagire, ripartendo dalla correzione di quell’errore, per migliorare.